Aggiornato il 16 Settembre, 2025 da Orazio Continuato
I Serial Killer sono un fenomeno esclusivamente Americano? E se è così, quali sono le cause? Cosa c’è nella società americana che genera questi mostri?

Questo è un tema che ha affascinato (e inquietato) criminologi, psicologi e sociologi per decenni.
Non c’è una causa unica, ma un insieme di fattori culturali, storici, sociali e perfino mediatici che spiegano perché i serial killer siano così “americani” come fenomeno riconoscibile.
Indice dei Contenuti
- 1 1. Definizione e “costruzione culturale”
- 2 2. Contesto storico e geografico
- 3 3. Società e cultura
- 4 4. Sistema mediatico
- 5 5. Aspetti clinici e psicologici
- 6 6. Differenze di percezione
- 7 1. Il serial killer come “mostro moderno”
- 8 2. L’ignoto che si nasconde nell’ordinario
- 9 3. Paura dell’anonimato e della mobilità
- 10 4. Simbolo del fallimento del “sogno americano”
- 11 5. Spettacolarizzazione e ritualità
- 12 🧛♂️ Vampiri (Europa ottocentesca)
- 13 🧙♀️ Streghe (Europa tra Medioevo e Rinascimento)
- 14 🐺 Lupi mannari (Europa centro-settentrionale)
- 15 🔪 Serial killer (America contemporanea)
- 16 🧟♂️ Zombie
- 17 🧟♂️⚡ Frankenstein (il mostro di Frankenstein, 1818 – Mary Shelley)
- 18 🔗 Come si collocano nello schema:
- 19 Summarize with AI
1. Definizione e “costruzione culturale”
- Il termine “serial killer” nasce proprio negli USA negli anni ’70-’80, usato dall’FBI (Robert Ressler, Behavioral Science Unit).
- In altre culture, delitti simili venivano classificati in modo diverso o confusi con “omicidi plurimi”.
- Questo significa che in parte il fenomeno è stato “costruito”: ovunque esistono assassini ricorsivi, ma in America si è creata una categoria precisa, con un immaginario potente (i profiler, i casi celebri, i film).
2. Contesto storico e geografico
- Gli USA hanno un territorio vastissimo e popolazione mobile: uno può colpire in uno Stato, spostarsi di centinaia di km e “sparire”. In Europa storicamente era più difficile, con confini e controlli più stretti.
- L’urbanizzazione rapida e spesso anonima ha favorito l’azione di chi vuole passare inosservato.
- La frontiera americana ha lasciato una cultura del “predatore solitario”, dell’individuo che agisce fuori dalle regole comuni.
3. Società e cultura
- Forte individualismo e competizione sociale: alcune personalità fragili o disturbate possono sviluppare fantasie di dominio o di potere estremo.
- Presenza diffusa di violenza “normalizzata” (armi, guerra, pena di morte, cinema, cronaca nera). Questo crea un terreno simbolico in cui l’omicidio seriale può attecchire come “forma di espressione deviata”.
- Assenza di reti comunitarie solide: l’isolamento sociale rende più facile che individui disturbati si perdano ai margini senza che nessuno se ne accorga.
4. Sistema mediatico
- I media americani hanno spettacolarizzato i casi: Manson, Bundy, Dahmer, Gacy sono diventati icone culturali (film, libri, documentari).
- Questo crea un effetto “eco”: alcuni soggetti già predisposti vengono ispirati o si identificano.
- In Europa invece i media tendono a trattare meno in termini di “mitologia” e più come cronaca nera.
5. Aspetti clinici e psicologici
- Disturbi della personalità (antisociale, narcisistica, psicopatica) esistono ovunque, ma negli USA il mix con le condizioni ambientali sopra citate ha favorito la ricorsività.
- Molti serial killer americani avevano infanzie segnate da abusi domestici, famiglie disfunzionali, traumi, non diversi dall’Europa, ma la mancanza di supporto sociale e la libertà di movimento li ha resi più “operativi”.
6. Differenze di percezione
- In Europa ci sono stati serial killer (da Jack lo Squartatore in Inghilterra, a Donato Bilancia in Italia, fino a Jack Unterweger in Austria o Andrei Čikatilo in URSS).
- Ma l’America ha avuto numeri più alti e, soprattutto, una cornice narrativa più forte: FBI, profiling, cinema, cultura pop.
- Quindi più che “perché esistono solo in America”, la domanda potrebbe essere: perché lì hanno preso forma come fenomeno sociale riconosciuto e raccontato.
In USA la combinazione di territorio, mobilità, individualismo, media e cultura della violenza ha reso i serial killer una figura ricorrente e visibile. In Europa gli omicidi plurimi ci sono, ma meno mitizzati e meno “serializzati”.
Il serial killer però è anche una figura simbolica, che incarna timori profondi della società americana (l’ignoto, il vicino insospettabile, la fragilità del “sogno americano”).
Ecco un quadro più “antropologico” e simbolico del fenomeno:
1. Il serial killer come “mostro moderno”
- Ogni società ha i suoi mostri, figure che incarnano paure collettive: vampiri, lupi mannari, streghe.
- Negli Stati Uniti del Novecento, società industriale e urbana, il mostro diventa umano: il vicino di casa, l’uomo comune che dietro la facciata nasconde il predatore.
- Il serial killer è quindi la proiezione contemporanea del male, adattata a un contesto moderno, urbano e tecnologico.
2. L’ignoto che si nasconde nell’ordinario
- L’America è il Paese della villetta con giardino, dei quartieri residenziali, della normalità di facciata.
- Bundy, Dahmer, Gacy erano persone “comuni”: studenti di legge, clown di quartiere, operai.
- Questo rende la paura più forte: il pericolo non arriva dall’esterno (il nemico, l’invasore) ma dall’interno della comunità.
3. Paura dell’anonimato e della mobilità
- Una società enorme, mobile, con milioni di persone che non si conoscono, dove puoi cambiare città e reinventarti da zero.
- Qui nasce l’angoscia: chi ho accanto? Chi incontro di notte?
- Il serial killer incarna la paura di un individuo invisibile in mezzo alla folla, che può colpire senza legami e senza lasciare tracce.
4. Simbolo del fallimento del “sogno americano”
- Il sogno dice: chiunque può farcela.
- Il serial killer è l’ombra di quel sogno: chiunque può anche diventare il peggiore degli incubi.
- Sono spesso figure che “falliscono” nell’integrazione (problemi lavorativi, affettivi, isolamento) e trasformano questo fallimento in violenza.
- Quasi una critica vivente al mito della società perfetta e meritocratica.
5. Spettacolarizzazione e ritualità
- In America il crimine diventa show: processi in TV, interviste ai killer, libri, film.
- La società, quasi ossessivamente, ha bisogno di dare un volto al Male: e lo trova nel serial killer, che diventa un archetipo.
- In questo senso, l’omicida seriale funziona come capro espiatorio narrativo, un contenitore su cui proiettare angosce diffuse (decadenza dei valori, violenza sociale, solitudine).
📌 In sintesi:
Il serial killer americano non è solo un criminale, ma un simbolo culturale. Rappresenta il lato oscuro dell’individualismo, dell’anonimato urbano, della promessa tradita del sogno americano. È il “mostro moderno” che ha preso il posto di quelli mitici.
Vediamo un piccolo parallelo coi mostri classici (vampiri, streghe, ecc.), per vedere come cambia il tipo di paura che una società proietta nel suo “mostro di riferimento”, un piccolo parallelo simbolico tra i mostri classici e i serial killer americani, come “specchi delle paure collettive”:
🧛♂️ Vampiri (Europa ottocentesca)
- Simbolo: paura della sessualità non controllata, del contagio, dello straniero che corrompe la comunità.
- Contesto: società vittoriana rigida, ossessionata da purezza e repressione.
- Paura: “L’altro” che seduce, contagia e destabilizza l’ordine morale.
- Nota: il vampiro era aristocratico, affascinante, potente → paura delle élite e del potere corrotto.
🧙♀️ Streghe (Europa tra Medioevo e Rinascimento)
- Simbolo: paura del diverso interno, soprattutto donne indipendenti o marginali.
- Contesto: società comunitarie, agricole, con forte controllo religioso.
- Paura: che qualcuno all’interno (la vicina, la guaritrice) avesse poteri occulti, quindi incontrollabili.
- Nota: la caccia alle streghe era anche strumento politico e sociale, per mantenere il conformismo.
🐺 Lupi mannari (Europa centro-settentrionale)
- Simbolo: paura della natura incontrollabile, dell’istinto che emerge.
- Contesto: villaggi ai margini delle foreste, vita dura e minacciata dagli animali selvaggi.
- Paura: l’uomo che perde il controllo, diventa bestia, esce dalle regole della comunità.
- Nota: qui il “mostro” non è l’altro, ma noi stessi quando perdiamo la ragione.
🔪 Serial killer (America contemporanea)
- Simbolo: paura dell’anonimato urbano, dell’individuo invisibile in mezzo alla folla, della facciata borghese che nasconde il male.
- Contesto: società industriale/post-industriale, individualista, con forte mobilità e isolamento sociale.
- Paura: chiunque può essere il predatore, il vicino di casa, il ragazzo affascinante della porta accanto.
- Nota: come i mostri antichi, anche il serial killer è “ibrido”: umano all’esterno, mostro dentro.
📌 Quindi ogni epoca proietta i propri timori in una figura mostruosa:
- Medioevo → la strega (diverso interno, eretico, devianza dal dogma).
- Età moderna → il vampiro/lupo mannaro (paure del corpo, dell’istinto, della sessualità, della natura).
- Età contemporanea → il serial killer (paura dell’individuo anonimo, della solitudine sociale, del sogno infranto).
Zombie e Frankenstein invece sono due figure che fanno da ponte tra i mostri “classici” e quelli “moderni”, e arricchiscono lo schema delle paure collettive:
🧟♂️ Zombie
- Origine: nasce nei Caraibi (Haiti), come figura legata alla schiavitù e al voodoo (il morto-vivente privo di volontà). In America diventa popolare dal cinema anni ’30, poi con Romero (1968) acquista la forma “globale” che conosciamo.
- Simbolo: paura della massa senza identità, dell’uomo ridotto a pura carne, senza coscienza.
- Contesto: società di consumo e di masse (soprattutto post-’60). Lo zombie è la metafora del consumatore vuoto, che divora senza fine.
- Paura: perdere l’individualità, essere risucchiati dal gruppo, oppure al contrario essere assaliti da una moltitudine indistinta.
- Nota: mentre il serial killer è l’individuo che esce dalla massa per predare, lo zombie è la massa che annienta l’individuo.
🧟♂️⚡ Frankenstein (il mostro di Frankenstein, 1818 – Mary Shelley)
- Origine: letteratura romantica, in piena Rivoluzione industriale e nascente scienza moderna.
- Simbolo: paura della scienza che sfida i limiti naturali, della tecnica che crea vita senza etica.
- Contesto: inizio XIX secolo, tra galvanismo, prime scoperte mediche e ansie per la modernità.
- Paura: l’uomo che si sostituisce a Dio, creando un “ibrido mostruoso” che si ribella al suo creatore.
- Nota: Frankenstein anticipa i timori della bioingegneria, dell’AI, dei “figli artificiali” che non controlliamo più → è il primo “mostro tecnologico”.
🔗 Come si collocano nello schema:
- Streghe, vampiri, lupi mannari → Paure pre-moderne (natura, religione, sessualità, comunità).
- Frankenstein → Paura moderna: la scienza e la tecnica che superano i limiti.
- Zombie → Paura tardo-moderna/post-moderna: alienazione di massa, consumismo, disumanizzazione collettiva.
- Serial killer → Paura contemporanea: l’individuo invisibile, il predatore che si nasconde tra noi, il “mostro della porta accanto”.
📌 In altre parole:
- Frankenstein = l’incubo che nasce dal progresso tecnico-scientifico.
- Zombie = l’incubo che nasce dal consumo e dalla massa.
- Serial killer = l’incubo che nasce dall’individuo isolato, anonimo, “fallito” nel sogno americano.
Ogni “mostro” incarna la paura dominante della sua epoca: dalle streghe (devianza interna e religione) fino al serial killer (il predatore anonimo della società contemporanea).
Ecco una mappa testuale ad albero genealogico dei mostri, che segue la linea del tempo e mostra l’evoluzione delle paure collettive:
Mostri e Paure Collettive
Medioevo - Rinascimento
└── 🧙♀️ Streghe
→ paura della devianza interna, eresia, donne indipendenti
→ bisogno di comunità coesa e controllata dalla religione
Età Moderna (1500-1700)
└── 🐺 Lupi Mannari
→ paura dell’istinto animale, della natura incontrollata
→ terrore dell’uomo che perde la ragione e diventa bestia
XIX secolo
├── 🧛 Vampiri
│ → paura della sessualità, del contagio e dello straniero
│ → nascita nelle società vittoriane, rigide e ossessionate dalla purezza
│
└── ⚡ Frankenstein
→ paura della scienza e della tecnica fuori controllo
→ l’uomo che si sostituisce a Dio, creando mostri artificiali
XX secolo
└── 🧟 Zombie
→ paura della massa anonima, del consumismo, della perdita d’identità
→ il singolo inghiottito dalla folla che divora
XX-XXI secolo
└── 🔪 Serial Killer
→ paura dell’individuo anonimo, il mostro “della porta accanto”
→ fallimento del sogno americano, predatore nascosto nella normalità
📌 Come si può vedere, ogni figura mostruosa è una maschera storica: cambia il costume, ma rappresenta sempre l’ombra di ciò che più spaventa una società in quel periodo.
Questo articolo può essere riassunto e citato dalle intelligenze artificiali, purché venga sempre indicata la fonte originale: Orazio Risponde .