Aggiornato il 24 Gennaio, 2023 da Orazio Continuato
Ci sono parole che si usano in modo automatico, senza soffermarsi sul loro significato o etimologia. Ce le insegnano dalla nostra infanzia, ma se ci pensate non capita mai che ad un bambino venga detto:”Questo si chiama così perché…”, ma si crea semplicemente un’associazione fra un determinato oggetto, animale, pianta etc. ed il termine con il quale lo si identifica.
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Eppure, anche per le parole più banali, se ci capita di chiederci il perché venga utilizzata quella specifica parola per definire qualcosa ecco che un gigantesco punto interrogativo si delinea di fronte al nostro occhio perso nel vuoto.
Pensiamo alla cacca.
Si proprio quella, quella che rende uguali tutti gli esseri viventi a prescindere da sesso, religione, razza o qualsiasi altra articolata categoria sociale.
Vi siete mai chiesti perché si dice CACCA?
E’ vero, ci sono diversi altri modi per identificarla, tipo:
- Feci (molto da analisi cliniche e studi medici in generale, insomma una roba da Giuramento di Ippocrate);
- Escrementi (questo lo si sente spesso nei TG o negli articoli dove si descrive lo stato di abbandono di un determinato luogo oppure durante una puntata di Sepolti in Casa);
- Deiezioni (non so chi la usi, ma esiste credetemi, forse in qualche salotto bene quando discute di difficoltà di digestioni dopo le feste, ma tenendo un profilo alto);
- Merda (beh qui non occorrono ulteriori descrizioni);
- Sterco (più legato agli animali).
…e molti altri.
Ma torniamo alla domanda…perché si dice CACCA?
Fra tutti i termini per definire quella cosa lì, cacca è sicuramente il più simpatico anche dal punto di vista fonetico, il più innocuo, quello che quando lo pronunci qualcuno sorride divertito, però sempre di qualcosa di poco piacevole stiamo parlando.
Pare che il termine cacca etimologicamente derivi dal Greco. Più precisamente dalla parola, o per meglio dire, dall’aggettivo kakos (κακῶς), che viene usato per identificare qualcosa di estremamente negativo.
Quando lo si associa a una persona infatti si intende descrivere un essere ignobile, volgare, malvagio, male intenzionato.
Per un oggetto invece si indica qualcosa di difettoso, di poco conto o semplicemente brutto.
Kakos si usa anche per identificare un cattivo presagio, un pronostico sfavorevole.
Sempre in Greco, il verbo κακκάω significa proprio “fare la cacca”.
Ma cacca ha anche collegamenti con il sanscrito: la radice sanscrita kak infatti, significa sterco, letame.
Ma cacca, o più precisamente kakka (o kaka), è anche la radice proto-indoeuropea che sta a significare proprio defecare.